Per quanto concerne il riscaldamento domestico, le ultime tendenze riguardano sicuramente le caldaie, i camini e le stufe di nuova generazione, caratterizzate da alti rendimenti ma, allo stesso tempo, emissioni ridotte.
Nella maggior parte dei casi si tratta di prodotti alimentati a biomassa, vale a dire legna, pellet e cippato. Si tratta di soluzioni particolarmente apprezzate, in quanto piuttosto economiche e anche ecologiche, a condizione però che i materiali impiegati per la combustione, quelli che formano per l’appunto la cosiddetta biomassa, rispondano a determinati requisiti.
Per poter essere definita davvero ecologica, innanzitutto la biomassa secca legnosa deve derivare dall’abbattimento di piante già morte, senza che sia stato necessario tagliarne di vive. Inoltre, lo sfruttamento delle foreste deve avvenire in modo estremamente razionale e regolamentato, tutelando al massimo la natura e gli animali che ci vivono, e anche i processi di lavorazione devono seguire degli standard ben precisi.
Insomma, se parliamo di risparmio, efficienza e salvaguardia dell’ambiente, le fonti energetiche di origine legnosa rappresentano senz’altro il futuro. Se vogliamo, rappresentano anche un’ottima opportunità dal punto di vista estetico: al giorno d’oggi esistono stufe a pellet e camini talmente belli che possono senza alcun dubbio diventare i protagonisti di un intero ambiente domestico, donandogli un tocco di stile.
Risparmio, ecologia e design non sono però gli unici aspetti importanti: ci vogliono anche le necessarie certificazioni e personale altamente qualificato che si occupi di installazione (tecnico fumista) e manutenzione/pulizia (spazzacamino).
Lo spazzacamino di oggi: chi è e cosa fa
Considerando la varietà e il livello qualitativo del mercato attuale, diventa assolutamente indispensabile che tutti gli impianti siano certificati e che chi si occupa della loro manutenzione sia adeguatamente preparato. Quella del tecnico manutentore di impianti fumari è diventata, infatti, una figura professionale altamente specializzata.
Oggigiorno, gli apparecchi a combustione presenti sul mercato sono sempre più complessi e sofisticati, e dunque questo richiede una maggiore responsabilità e professionalità da parte dei tecnici che si occupano dell’installazione e della manutenzione. Dal momento che, anche in questo settore, il progresso tecnologico è incessante, a questi tecnici viene richiesto un aggiornamento continuo, in modo tale che le loro competenze siano sempre al passo con i nuovi prodotti e con le normative sempre in evoluzione.
Molto spesso, quando un apparecchio a biomassa non funziona bene, il problema risiede proprio nella canna fumaria. Per questo motivo è necessario affidarsi sempre a tecnici fumisti che innanzitutto installino impianti a norma, cosa che già di per sé riduce di molto il rischio che si presentino difetti di funzionamento, dopodiché è basilare che la manutenzione venga sempre affidata a personale formato e aggiornato.
Il compito primario dello spazzacamino, per tradizione, è quello di pulire i condotti fumari dalla fuliggine e dagli eventuali depositi infiammabili che si possono formare. Questi residui, infatti, potrebbero ridurre il tiraggio e, di conseguenza, il rendimento dell’intero impianto, e poi potrebbero anche determinare un’ostruzione tale da favorire il ritorno dei fumi nell’ambiente: si tratta di una situazione, quest’ultima, molto pericolosa poiché potrebbe causare anche intossicazioni importanti, se non addirittura mortali. Se poi dovesse generarsi un incendio, questo potrebbe non solo danneggiare il camino stesso, ma potrebbe procurare danni ben più gravi, mettendo a rischio l’incolumità delle persone.
Insomma, si tratta di un argomento delicato, da non sottovalutare mai sotto nessun punto di vista. Nella maggior parte dei Paesi Europei, proprio per questo motivo, sono entrate in vigore regole molto severe in materia di responsabilità del controllo e verifica del funzionamento, dell’idoneità e della sicurezza dei vari impianti (camini, canne fumarie).
Già a partire dalla progettazione, per poi continuare con la costruzione e la manutenzione, esistono precise normative da rispettare.
In alcuni Paesi, la funzione del moderno spazzacamino è anche quella di rilevare i fumi emessi e monitorarli, in modo tale da controllare che le emissioni nocive restino sempre al di sotto di determinati livelli prestabiliti. Inoltre, compito di questi tecnici specializzati è anche quello di assicurarsi che gli impianti funzionino sempre in maniera efficiente, vale a dire ottimizzando prestazioni e consumi energetici.
Perché è importante fare manutenzione degli impianti fumari?
Prima ancora della manutenzione di una stufa a legna o pellet, o di un caminetto legna, c’è sempre un aspetto da non trascurare: l’installazione deve essere effettuata in maniera corretta da parte di un professionista abilitato. Poco importa la qualità del prodotto, se poi l’installazione non viene eseguita a regola d’arte.
Anche se in commercio esistono molti modelli che, apparentemente, risultano di facile montaggio, è comunque sempre meglio affidarsi alle mani esperte di un tecnico fumista specializzato per evitare problemi di funzionamento o, peggio ancora, di sicurezza. Una volta eseguito il lavoro, il tecnico è tenuto a rilasciare la dichiarazione di conformità e anche il libretto d’uso e manutenzione, come previsto dalla legge (D.M. 37/08).
Il fumista stesso deve risultare abilitato in base a quanto indicato nel medesimo decreto.
Il rapporto KIF è quello che riguarda la manutenzione e il controllo, e contiene diversi dati riguardanti il tipo di impianto, la canna fumaria, il comignolo, ecc.
Fatte queste premesse, diventa fondamentale la figura dello spazzacamino: si tratta del tecnico che periodicamente deve svolgere la pulizia e la manutenzione ordinaria di tutte le tipologie di canne fumarie, assicurandosi che l’impianto stia funzionando al meglio delle proprie potenzialità.
Anche in questo caso non ci può essere improvvisazione, ma bisogna sempre affidarsi a tecnici che abbiano i requisiti previsti dal D.M. 37/08, vale a dire le capacità e le conoscenze tecniche necessarie per poter effettuare un’adeguata manutenzione agli impianti termici che funzionano a biomassa. Il loro ruolo è molto importante, perché effettuando periodicamente la pulizia, possono mantenere elevate le prestazioni degli impianti e possono intervenire preventivamente scongiurando il rischio di perdite o intasamenti pericolosi (che potrebbero generare intossicazioni, incendi).
In sintesi, ciò che lo spazzacamino fa, con i suoi moderni attrezzi, consiste nel rimuovere la fuliggine e altri residui dalla canna fumaria, controllare che i fumi transitino correttamente e sostituire, quando necessario, eventuali parti danneggiate o usurate (per esempio delle guarnizioni).
Questo tipo di manutenzione ordinaria dovrebbe essere svolta una volta all’anno, preferibilmente nella stagione primaverile o estiva, quando gli impianti di riscaldamento non sono funzionanti: in questo modo, ci si può assicurare un perfetto funzionamento dell’impianto non appena arriveranno i primi freddi.
Di solito, salvo contrattempi, l’intervento dello spazzacamino non è particolarmente lungo: un’ora o due al massimo possono essere più che sufficienti per eseguire la manutenzione. Non si tratta neanche di un lavoro particolarmente sporco, perché grazie alle strumentazioni di cui dispongono al giorno d’oggi, i moderni spazzacamini possono tranquillamente lavorare lasciando la casa pulita.
Merita senz’altro spendere qualcosa ogni anno per assicurarsi il buon funzionamento di stufe e camini: miglioreranno le prestazioni e si potrà vivere in maggiore sicurezza.
Le caratteristiche dello spazzacamino moderno
Rispetto al ruolo che rivestiva lo spazzacamino moltissimi anni fa, oggi non può essere soltanto considerato come colui che pulisce le canne fumarie, ma va visto come un tecnico con competenze ben precise e sempre aggiornate, cui viene affidato il perfetto funzionamento di un impianto fumario.
Come già detto, il suo intervento può essere addirittura determinante al fine di evitare intossicazioni da monossido di carbonio o possibili incendi.
Per potersi assumere tutte queste responsabilità, che non sono poca cosa, è necessario che uno spazzacamino, prima di diventare ufficialmente tale, ottenga un’abilitazione seguendo un apposito corso formativo che prevede solitamente una parte teorica ed una pratica. Ne esistono di vario genere, più o meno lunghi (e quindi più o meno approfonditi), così come ci sono poi i vari corsi di aggiornamento che consentono di restare sempre informati circa le novità tecnologiche e legislative del settore.
Gli attrezzi del mestiere sono, anche questi, decisamente cambiati con il passare del tempo. Oggi tutte le operazioni svolte dallo spazzacamino sono forse più complesse e articolate, ma anche estremamente più efficaci e sicure rispetto al passato. Uno degli strumenti principali è la telecamera che viene inserita lungo la canna fumaria, così da poterla visionare all’interno. Lavorando in totale sicurezza e in conformità alle normative vigenti, soprattutto quando si tratta di dover posizionare una scala e salire sul tetto, il tecnico effettua poi la pulizia con apposite spazzole in grado di rimuovere la fuliggine e gli altri residui. Ovviamente queste moderne spazzole sono realizzate con materiali che possano pulire bene ma, al tempo stesso, non intaccare la struttura interna della canna fumaria.
Inoltre, uno spazzacamino deve saper leggere e interpretare correttamente le certificazioni dei di camini e stufe, così come deve essere a conoscenza delle normative in materia di risparmio energetico: un buon impianto deve sempre rispettare l’ambiente, e dunque chi si occupa della sua manutenzione deve essere preparato anche in tal senso.
Le tecniche di pulizia più utilizzate sono:
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- Pulizia a percussione: viene eseguita dal tetto, inserendo dal comignolo una spazzola di diametro adeguato alle dimensioni della canna fumaria. Ad un’estremità viene agganciato un peso di un paio di chilogrammi, mentre dalla parte opposta vi è una corda che consente di tirare su e giù.
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- Pulizia ad aste: in questo caso si usano invece delle aste, appunto, che possono essere rigide oppure pieghevoli. La spazzola può essere inserita anche dal basso, e non per forza partendo dal tetto.
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- Pulizia ad aspo: si tratta di aste flessibili con delle sonde arrotolate, una sorta di evoluzione più moderna delle aste tradizionali ad aggancio rapido di cui sopra.
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- Pulizia motorizzata: si tratta di un metodo di fresatura che viene eseguito solo nei casi più estremi (incrostazioni difficili da rimuovere diversamente). Se già è sempre comunque importante effettuare un’ispezione preventiva attraverso l’impiego di una telecamera, lo è ancora di più se si pensa di dover ricorrere ad una pulizia di questo tipo. E’ fondamentale che lo spazzacamino sia molto esperto e sappia valutare la resistenza dei materiali prima di procedere, per evitare di danneggiare l’impianto.
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- Pulizia tramite bruciatura controllata: anche questo è un metodo cui si ricorre solo in casi estremi, ed è necessario avvisare prima i Vigili del Fuoco ed il vicinato.
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- Pulizia con prodotti chimici: consiste nell’effettuare un vero e proprio lavaggio utilizzando sostanze chimiche.
In generale, possiamo dire che il tecnico, effettuato un primo sopralluogo, dovrà sempre disporre di un’apposita attrezzatura per la video ispezione, per il controllo del tiraggio, per effettuare una prova di tenuta, per procedere con un’eventuale sigillatura della canna fumaria.
La normativa di riferimento, per quanto concerne la pulizia meccanica e anche quella motorizzata, è la UNI 10847. Per quanto riguarda, invece, il tiraggio dei fumi e l’analisi della combustione, si fa riferimento alla normativa UNI 10389-2. La verifica della corretta installazione di un camino o di un comignolo fanno capo alla normativa UNI 10683. Insomma, sono molti i riferimenti legislatiivi cui bisogna far riferimento e che ogni tecnico specializzato in questo settore dovrebbe ben conoscere.
La formazione per gli spazzacamini
Esistono in Italia apposite scuole che si occupano in modo specifico della formazione e dell’aggiornamento tecnico di spazzacamini e fumisti, insomma per tutti quegli operatori che intendono lavorare nel settore dell’installazione, della manutenzione, della pulizia e del controllo di stufe e caminetti alimentati da biomasse.
Tra queste, troviamo per esempio la scuola FUSPA: offre, da quasi trent’anni ormai, percorsi di formazione di vario genere (ogni anno si calcolano circa 450 nuovi allievi formati). Si va da quelli che forniscono le nozioni basilari, fino ad arrivare ai master di livello superiore.
La formazione non deve essere vista come il semplice insegnamento/apprendimento di un insieme di nozioni, ma deve consistere in un processo duraturo nel tempo, in grado di fornire agli operatori le conoscenze necessarie e successivamente gli strumenti per consolidarle, offrendo loro la possibilità di rimanere sempre aggiornati.
Ovviamente i corsi devono seguire gli standard europei in materia, generando personale formato con un profilo tecnico di un certo tipo. Esiste un vero e proprio schema di qualificazione che ha lo scopo di individuare i requisiti di base per poter essere a tutti gli effetti un “installatore, gestore e manutentore di camini e canne fumarie”.

ANFUS
Alle spalle di una scuola di formazione importante come può essere, per l’appunto la FUSPA, vi è un’associazione altrettanto importante in questo ambito, vale a dire l’ANFUS (Associazione Nazionale Fumisti e Spazzacamini).
L’organizzazione è nata nel 1992 su iniziativa di Giovanni Paoletti, che voleva dare un profilo più istituzionale alle professioni del tecnico fumista e dello spazzacamino: il suo scopo, in pratica, era quello di fondare un’associazione che si basasse sulla crescita lavorativa e tecnica degli operatori che lavoravano nel settore del legname e del pellet.
Oggi questa associazione riunisce sotto un unico simbolo oltre 500 aziende più o meno grandi del settore: ci sono i piccoli artigiani, le imprese di medie dimensioni che si occupano soprattutto di assistenza, distribuzione e realizzazione di progetti artigianali, e infine anche i grandi costruttori di camini, stufe, canne fumarie e così via.
La norma UNI 10847
La norma UNI 10847:2017 “Pulizia di sistemi fumari per generatori e apparecchi alimentati con combustibili liquidi e solidi – Linee guida e procedure”, pubblicata dal CTI (Comitato Termotecnico Italiano), ha sostituito alcuni anni fa la precedente versione UNI10847:2000, che era nata proprio su iniziativa di Giovanni Paoletti, il fondatore dell’ANFUS.
Con questa normativa vengono fissati i criteri e le procedure necessari per realizzare una valida pulizia, e anche i relativi successivi controlli, dei sistemi fumari riguardanti generatori di calore e apparecchi che utilizzano combustibili liquidi o solidi. La pulizia del solo generatore non è compresa nel campo di applicazione di questa normativa.
La storia degli spazzacamini
Non si può parlare di questi moderni tecnici qualificati dei nostri giorni, senza raccontare un po’ quella che è stata l’evoluzione nel tempo della figura dello spazzacamino.
Nell’immaginario collettivo, il primo personaggio che viene in mente quando si affronta l’argomento è quello di Albert (Bert) nel film targato Walt Disney “Mary Poppins”. Una figura simpatica, anche un po’ poetica e disincantata, il classico omino snello di nero vestito, tutto sporco di fuliggine sul viso e con il suo scopettone a riccio in mano.
Ma, se parliamo di realtà, dobbiamo fare un salto indietro nel tempo di diversi secoli, quando appunto nacque e si diffuse in tutta Europa la professione dello spazzacamino. Una delle prime testimonianze riconducibili a questo mestiere risale all’inizio del ‘600: un ragazzo, peraltro un italiano immigrato in Francia, incaricato di pulire una canna fumaria nel palazzo reale, finì per errore in un’altra stanza e così riuscì ad ascoltare una conversazione segreta che riguardava l’intenzione di uccidere il Re. Grazie a lui, il complotto venne sventato e il ragazzo si guadagnò un bel riconoscimento nonché un pizzico di celebrità destinato a durare nella storia.
Dal momento che, per infilarsi agevolmente nelle strette canne fumarie, era necessario avere una corporatura piuttosto esile, non ci volle molto per capire che i bambini potevano essere quelli più adatti per svolgere certe mansioni: motivo per cui, ad un certo punto, iniziò un vero e proprio sfruttamento ai danni dei più piccoli, tanto che alcuni di essi venivano addirittura portati via dalle famiglie più disagiate, con lo scopo di farne degli abili pulitori di camini.
Nel corso del XIX secolo, l’immagine di un adulto che bussava di casa in casa, accompagnato da alcuni bambini di età compresa tra i 5 ei 12 anni circa, era molto diffusa. L’obiettivo era per l’appunto quello di offrire un servizio di pulizia del camino, in cambio di qualche soldo per il padrone e semplicemente un piatto caldo o qualche abito dismesso per i piccoli. Questi bambini, il più delle volte, provenivano da famiglie molto povere che vivevano in montagna, in cui genitori disperati non vedevano altro futuro per i loro figli se non quello di affidarli a qualcuno che li portasse con sé in città e insegnasse loro un mestiere. Anche se poi, di insegnamento, ne ricevevano ben poco: si trattava di sfruttamento bello e buono, che poi era destinato a cessare non appena la corporatura del bambino si faceva troppo “ingombrante” e dunque poco funzionale. Alcuni, anche una volta cresciuti, rimanevano al fianco del loro sfruttatore, dandogli una mano nella gestione del lavoro e, soprattutto, per contenere le intemperanze dei più piccoli.
Ma come si svolgeva, esattamente, il lavoro di questi primi giovani spazzacamini? Essenzialmente dovevano arrampicarsi all’interno della canna fumaria, grattando nel frattempo con un ferro ricurvo in modo tale da rimuovere la fuliggine, e poi, una volta raggiunta la cima, dovevano gridare “spazzacamino” oppure mostrare il braccio fuori dal comignolo. Questo stava a significare che tutta la canna era stata percorsa e pulita. Inutile dire che gli incidenti potevano essere frequenti ed anche gravi: cadute, scosse prese toccando fili elettrici, ecc.
Con l’andare del tempo, le condizioni di vita sono andate via via leggermente migliorando, soprattutto grazie all’aiuto delle prime Società di Patronato nate nella seconda metà dell’800: se non altro, venivano garantite un minimo di assistenza in più ed anche un po’ di istruzione, con l’insegnamento della lettura e della scrittura nelle domeniche in cui non si lavorava.
Successivamente fu la volta delle società di mutuo soccorso tra spazzacamini, ma molte di queste ben presto si sciolsero, un po’ perché c’era poca collaborazione, un po’ perché chi gestiva il denaro spesso tentava di intascarselo personalmente, e poi perché, di fatto, le condizioni di vita dei bambini non è che migliorassero granché. Le organizzazioni religiose talvolta riuscivano ad ottenere qualche risultato in più, facendo studiare i bambini con corsi serali.
Anche la letteratura e la musica hanno spesso messo in luce gli aspetti negativi della vita di questi minori, denunciandone il disagio proprio attraverso l’arte. Basti pensare, ad esempio, al malvagio sfruttatore che cerca di attirare a sé il giovane Oliver Twist nel romanzo di Charles Dickens; oppure all’opera lirica del dopoguerra “Piccolo spazzacamino”, di Benjamin Britten.
In seguito alle varie iniziative di stampo laico o religioso ed ai primi, non sempre riusciti, tentativi di cooperazione fra spazzacamini, la situazione poco per volta è un po’ migliorata, ma ad un certo punto il problema dello sfruttamento minorile è scomparso proprio, a causa (o grazie) alla diffusione di nuovi metodi di riscaldamento.
Dal dopoguerra in poi, in modo graduale, la richiesta di pulitura dei camini è andata diminuendo fino al punto di scomparire quasi del tutto intorno agli anni Settanta, con l’affermarsi del gas metano come principale combustibile utilizzato per riscaldare.
Fino ad arrivare, poi, agli ultimissimi decenni: quelli che hanno visto un ritorno in grande stile di stufe e caminetti e, di conseguenza, anche degli spazzacamini. Per fortuna, è il caso di dirlo, con caratteristiche ben diverse dai loro predecessori!
Per chi volesse rivivere le atmosfere, comunque suggestive, che hanno caratterizzato la vita degli spazzacamini di una volta, in Val Vigezzo (che non a caso viene proprio considerata come la valle degli spazzacamini), in Piemonte, esiste un bel Museo dedicato alla loro storia e periodicamente si organizza un Raduno Internazionale che richiama gli appassionati provenienti da tutto il mondo: moltissime sono le Nazioni Europee rappresentate, ma anche Stati Uniti, Russia e Giappone. Di solito, oltre mille spazzacamini si ritrovano per sfilare lungo le strade di Santa Maria Maggiore: tutti con i visi sporchi di fuliggine, gli abiti tipici da lavoro e gli attrezzi di un tempo.