A Progetto Fuoco non ci stancheremo mai di dirlo: è la “qualità” la prima caratteristica che ogni consumatore dovrebbe ricercare e verificare nei prodotti nel mercato del riscaldamento da biomassa.
E “qualità” spesso fa rima con “certificazione“. Sono infatti certificati sia gli impianti e le attrezzature sia i combustibili.
In questo approfondimento andremo a conoscere tutti i dettagli relativi alla certificazione più famosa legata al pellet, ovvero la certificazione EN plus.
Certificazione EN plus pellet: di cosa stiamo parlando?
Il mercato europeo del pellet ha visto un notevole incremento nell’ambito della produzione negli ultimi dieci anni. Si è passati da circa 2,5 milioni di tonnellate attestate nel 2013 a poco più di 19 milioni di tonnellate all’anno nel 2016 e i numeri sono destinati ad aumentare nel corso del tempo.
I dati testimoniano un trend in forte crescita che vede l’uso del pellet (e delle biomasse in generale) sia a livello industriale che civile.
La scelta di fonti energetiche alternative rispetto alle tradizionali risponde sicuramente a due esigenze: la prima riguarda la necessità di rivolgersi ad un mercato che fornisce a prezzi concorrenziali un nuovo modo di produrre energia. La seconda non può prescindere dalla sensibilità che i consumatori hanno verso aspetti come quello della sostenibilità ambientale.
Il mercato del pellet si è quindi adeguato alle differenti necessità esposte dai consumatori.
Nel 2010 una norma tecnica europea, la EN 14961-2, ha sancito definitivamente i criteri per la produzione e la distribuzione del pellet fornendo elementi che denotano la qualità della biomassa e l’impatto che essa ha sull’ambiente.
Ne consegue che il consumatore che acquisterà il pellet se troverà la dicitura EN plus sulla confezione o sulla bolla di accompagnamento potrà risalire non solo all’azienda produttrice, ma anche all’impresa che si occupa della distribuzione.
Oltre a questi dati la certificazione EN plus consente di individuare la classe energetica del pellet (se A1, A2, B) e, di conseguenza, la tipologia di legno adottato ed i relativi consumi.
Che cos’è la certificazione EN Plus?
La certificazione EN plus non è altro che un marchio (come quelli utilizzati nel comparto alimentare) che testimonia la qualità del pellet sia nella produzione che nella distribuzione al cliente finale.
La qualità si basa sul rispetto di differenti elementi che riguardano la composizione chimica del prodotto, le caratteristiche fisiche ed energetiche, il contenuto di ceneri ridotto nonché la conservazione fino al momento in cui esso sarà distribuito sul mercato.
In altri termini la certificazione EN Plus rispecchia quel bisogno di trasparenza che i consumatori richiedono nell’acquisto delle biomasse: conoscere l’intera filiera produttiva e distributiva significa avere la certezza che il prodotto si conforma a standard specifici definiti addirittura dalla legge.
Ottenere o apporre il marchio EN plus sui prodotti pellet non è facile in quanto le aziende coinvolte devono rispettare le regole della normativa europea EN 14961-2 per poter utilizzare il relativo logo.
Ciò significa attenersi a quello che dice la legge, ma soprattutto sottoporre la propria impresa a frequenti controlli finalizzati a verificare che la produzione e la distribuzione del pellet siano il più possibile conformi alla legislazione attuale.
Il marchio EN plus, di fatto, ha specifiche caratteristiche, tanto grafiche quanto numeriche, l’assenza delle quali potrebbe essere considerata addirittura alla stregua del reato di contraffazione. Conoscere quindi le principali informazioni sul certificato EN plus consente di prevenire le frodi commerciali e di acquistare un prodotto sicuro che rispetta l’ambiente.
Quali sono le certificazioni italiane sul pellet?
La EN 14961-2 è una norma di derivazione europea, elaborata dall’Istituto Tedesco del pellet “Deutsches Pelletinstitut”. Anche l’Italia ha predisposto dei criteri per la produzione di biomassa di qualità conforme alla certificazione EN plus e lo ha fatto con una serie di norme tecniche conosciute con la serie UNI EN ISO 17225.
Delle varie la UNI EN ISO 17225-2 classifica il pellet proveniente dal legno ed adoperato sia a livello industriale (per l’alimentazione di macchinari) che civile (nell’ambito, soprattutto, dei sistemi di riscaldamento).
Nello specifico la UNI EN ISO 17225-2 include le norme tecniche per la produzione di pellet ottenuto da legni provenienti da boschi, da piantagioni lignee o altri legni vergini, a cui si aggiungono i prodotti di scarto della lavorazione del legno. Da questa tipologia di pellet sono esclusi tassativamente i legni trattati chimicamente e quelli provenienti dalle demolizioni edilizie la cui conversione in biomassa rappresenterebbe un serio pericolo per la salute e per l’ambiente.
Le aziende italiane produttrici di pellet possono utilizzare la certificazione EN plus (e aderire perciò alle normative tecniche europee) che potranno apporre sia sui sacchi del prodotto, sia sulle bolle di accompagnamento.
Ma per adoperare il marchio EN plus esse non dovranno solo rispettare le regole appena illustrate, ma dovranno sottoporsi a ferrei controlli che potranno avvenire anche a campione. Tali controlli, eseguibili in ogni momento, servono per attestare la conformità dell’azienda alle norme europee EN 14961-2.
L’uso improprio o fraudolento della dicitura EN plus può essere perseguibile penalmente ed essere considerato addirittura come tentativo di contraffazione di un marchio.
Utilizzare la certificazione EN plus significa contribuire a ridurre le emissioni di particolato nell’aria con un occhio di riguardo per il fattore ambiente. Solo attraverso il rispetto di regole ferree si può dar vita ad un’energia alternativa e, a maggior ragione, pulita.
Buoni motivi per usare pellet certificato
Cosa significa quando il pellet è certificato?
La diffusione di sistemi di riscaldamento (come caldaie e stufe) che sfruttano il pellet hanno alimentato la filiera commerciale permettendo la distribuzione delle biomasse attraverso diversi canali.
I sacchi di pellet, ad esempio, sono acquistabili a prezzi concorrenziali in alcuni supermercati che li distribuiscono alla stregua di qualsiasi altro prodotto. Ma gli stessi sacchi di pellet sono reperibili per il tramite di aziende intermediarie che si occupano specificamente della commercializzazione di questo materiale.
L’acquisto, in tal caso, può avvenire attraverso internet oppure rivolgendosi presso i punti vendita dislocati su tutto il territorio italiano.
Acquistare sacchi di pellet è semplice, ciò che è difficile è reperire un prodotto che sia certificato e che riporti la dicitura EN plus. Questo perché il pellet EN plus è sinonimo di qualità, di rispetto dell’ambiente e di conformazione a standard specifici che riguardano soprattutto la scelta della materia prima e la sua lavorazione.
Quando il pellet è certificato l’acquisto del prodotto avviene in tutta sicurezza con la consapevolezza di utilizzare un materiale a ridotto impatto ambientale e, ancor più importante, privo di componenti chimici dannosi per la salute.
Il pellet certificato, inoltre, permette di risalire all’azienda produttrice e a quella che distribuisce il prodotto mediante la decodificazione di alcuni codici presenti sul marchio EN plus. In questo modo è possibile conoscere chi ha prodotto il pellet e chi si è occupato della sua commercializzazione.
Perché scegliere un pellet certificato?
La produzione del pellet avviene attraverso la lavorazione di materiali legnosi anche provenienti da scarti. Il processo produttivo prevede la selezione delle tipologie di legno (alcune di esse hanno un potere calorifero maggiore rispetto ad altre essenze), l’essiccazione (che riduce al minimo la quantità di acqua – e quindi l’umidità – presente nei trucioli) e la pulitura che serve ad eliminare impurità vegetali o chimiche che potrebbero compromettere la combustione.
Una volta pulita la materia prima le aziende produttrici procedono con la compressione che avviene sfruttando delle presse. Le presse riscaldano il legno portandolo ad elevate temperature: questo processo fa si che il legno rilasci la lignina, ossia un collante naturale che contribuisce a dare al pellet la classica forma di piccoli cilindri.
Il pellet certificato è prodotto con i materiali e secondo le tecniche indicati dalla EN 14961-2 e dalla UNI EN ISO 17225-2.
Esistono aziende però che, a buon mercato, producono pellet utilizzando scarti industriali non conformi alla normativa del settore adoperando processi produttivi che ottimizzano la creazione di pellet riducendo i costi di produzione. Questo non significa necessariamente che queste aziende producono pellet nocivo per la salute o l’ambiente, ma che semplicemente il loro prodotto potrebbe essere non adatto alle stufe ed alle caldaie.
La presenza di umidità o di impurità nei cilindri oppure l’utilizzo di essenze diverse potrebbe avere come risvolto un basso potere calorifero (con conseguente aumento dei consumi) e l’elevata produzione di ceneri residue le quali potrebbero creare problemi all’intero impianto di riscaldamento.
Quali sono dei buoni motivi per acquistare il pellet certificato?
I principali motivi per acquistare il pellet contrassegnato dal marchio EN plus riguardano generalmente il fattore ambientale e quello della salute.
Nel primo caso si utilizzano materiali la cui combustione contribuisce a ridurre di molto le emissioni di particolato (cioè delle polveri sottili presenti nell’aria).
Nel secondo si preservano gli ambienti domestici (e quelli lavorativi per i sistemi di pellet utilizzati a livello industriale) da sostanze nocive che potrebbero causare danni alla salute.
Per quanto riguarda le emissioni di particolato il pellet, apparentemente, produce più polveri rispetto ai principali combustibili fossili, primi tra tutti le varie tipologie di gas.
La differenza, però, risiede nella qualità delle stesse polveri che vengono rilasciate nell’aria: tali polveri, se generate da materie prime lignee certificate, non sono più pericolose dei gas emessi da caldaie e stufe. Quindi non hanno effetti negativi sulla salute dell’uomo e sull’ambiente.
Oltre al fattore inquinamento il pellet certificato ha ulteriori risvolti positivi che si possono misurare soprattutto in termini economici.
Un pellet di qualità, realizzato con materie prime che rispecchiano gli standard europei, riduce il costo sostenuto dal consumatore sia per il riscaldamento, sia per quanto riguarda la manutenzione degli impianti.
Il pellet ad elevato potere calorifero e con un’eccellente combustione preserva stufe e caldaie dai residui viscosi e dalle ceneri prodotte garantendo un utilizzo ottimale prolungato nel corso del tempo. Meno manutenzione significa inoltre una maggiore efficienza degli impianti che potranno garantire energia pulita dentro casa oppure lo svolgimento ottimale delle attività industriali.
Il pellet certificato, infine, contribuisce alla creazione di posti di lavoro che vede l’affermazione di nuove figure professionali (si pensi ai distributori qualificati di pellet) e di attività specializzate nella produzione di questo materiale.
In più si opta per una fonte rinnovabile (il pellet, ricordiamolo, viene realizzato con scarti di legno privi di sostanze chimiche) e, allo stesso tempo, riciclabile. Insomma un vero e proprio amico del clima.
Come riconoscere il Marchio di Qualità EN plus
Quali sono le caratteristiche del marchio EN plus?
Il marchio EN plus certifica la qualità del pellet ed il rispetto agli standard normativi nella produzione e nella distribuzione. Oltre ad essere un marchio di qualità, EN plus è anche un marchio di certificazione perché può essere utilizzato solo da aziende accreditate che conformano la loro attività alle normative tecniche.
Riconoscerlo è facile, in quanto si tratta di un logo che presenta caratteristiche grafiche e codici identificativi specifici, l’assenza (o l’inesattezza) dei quali comporta il rischio di frode o di contraffazione.
Da un punto di vista grafico il marchio EN plus è un logo dalla forma tondeggiante all’interno del quale è presente la dicitura “EN plus”.
La sillaba EN è di colore grigio e posta in evidenza all’interno di un cerchio. La parola “plus” è invece arancione e posizionata al di sotto della sigla EN.
All’inteno del cerchio che racchiude il marchio EN plus sono presenti alcuni codici alfanumerici distribuiti attorno al perimetro del logo. Questi codici indicano il Paese produttore o distributore, il codice dell’azienda certificata (sia produttrice che distributrice), la classe energetica del pellet (A1, A2, B) e la normativa tecnica di riferimento (per esempio la EN 14961-2).
Soffermandoci sui codici è necessario sapere che la sigla identificativa del Paese di provenienza del Pellet è formata da due lettere, seguite da un valore numerico che può essere compreso tra 000 e 299 e da 300 a 999. Nel primo caso (da 000 a 299) il valore numerico identifica l’azienda produttrice del pellet. Il valore compreso tra 300 e 999 identifica invece l’azienda di distribuzione.
Quali sono le classi di qualità del pellet?
Con classe di qualità si indicano le materie prime che vengono adoperate nella produzione del pellet. Conformemente agli standard UNI EN ISO 17225-2 le classi di pellet della certificazione EN plus sono di tre tipologie, ossia A1, A2 e B.
In ciascuna di esse sono individuati i legni o la combinazione di scarti lignei utilizzati nel processo produttivo: a livello maggiore (ossia A1) corrisponderà una certa tipologia di materia prima anziché la combinazione di differenti prodotti.
La classe EN plus A1 denota il pellet prodotto esclusivamente da tronchi di legni duri o di conifere, oppure da sottoprodotti e residui della lavorazione del legno non trattati chimicamente.
L’uso esclusivo di una sola materia prima consente di ottenere un pellet di eccellente qualità caratterizzato da una percentuale di ceneri (cioè di componenti inorganiche che non producono energia) pari allo 0,5% – 0,7%. Ciò significa che, oltre ad un elevato potere calorifero il pellet è in grado di produrre meno residui dimezzando i consumi ed aumentando viceversa l’efficienza degli impianti di riscaldamento.
La classe EN plus A2 include invece materie prime combinate tra loro come gli alberi interi senza radici, i sottoprodotti e residui della lavorazione del legno non trattati chimicamente, i residui di lavorazione forestale e i tronchi. Anche in questo caso le ceneri presenti nel pellet di classe A2 non superano l’1% con la differenza che la qualità del combustibile è leggermente inferiore rispetto alla classe A1.
Questo non significa che il prodotto è di scarsa qualità, ma che semplicemente per la sua produzione è possibile utilizzare differenti materiali rendendo più economico l’acquisto del combustibile.
La classe EN plus B ricomprende materie prime provenienti da boschi, piantagioni e altro legno vergine, sottoprodotti e residui della lavorazione del legno non trattati con sostanze chimiche a cui si aggiunge il legno usato privo di qualsiasi componente di natura chimica, quindi prodotti lignei destinati al riciclo.
La percentuale di ceneri del pellet classe B può arrivare al 2%, il ché aumenta le componenti inorganiche presenti nel prodotto, ma non per questo il pellet non garantisce la sua naturale funzione, essendo comunque meno costoso rispetto ai prodotti delle classi A1 e A2.
Che cos’è il pellet di legno? Le classi che abbiamo appena specificato ci dimostrano che il pellet viene prodotto esclusivamente con materie prime provenienti dal legno che devono essere tassativamente prive di qualsiasi sostanza chimica.
Più si utilizzano tronchi di legno puri, maggiore sarà il potere combustibile del pellet e ridotta sarà invece la presenza di sostanze inorganiche che saranno rilasciate dal prodotto.
Le normative tedesca e italiana che disciplinano a livello tecnico la qualità del pellet hanno posto tre limiti per la presenza di ceneri, ciascuna delle quali certifica la relativa classe. Una percentuale superiore alla soglia del 2% (che caratterizza la classe B2) denota una quantità maggiore di sostanze inorganiche, in altri termini la non conformità del prodotto alle certificazioni EN plus.
Quando si acquistano i sacchi di pellet è buona norma verificare pertanto tre cose:
- innanzitutto la conformità del marchio di qualità EN plus rispetto al logo ufficiale;
- la presenza dei codici identificativi e delle sigle che indicano il Paese di provenienza dell’azienda produttrice o distributrice;
- la classe del pellet, che sia A1, A2 o B. Si potrà optare per l’una o per l’altra a seconda delle disponibilità economiche e dell’utilizzo che si vorrà fare del combustibile.
L’assenza di uno di questi elementi dovrebbe sconsigliare dall’acquisto del prodotto, anche se economicamente appare conveniente.
Prezzi e reperibilità
Quanto costa il pellet certificato EN plus?
Definite quindi le caratteristiche principali del pellet certificato EN plus in molti si domandano quale sia in media il costo che un consumatore deve sostenere per l’acquisto del prodotto.
Abbiamo detto che i canali di distribuzione sono differenti (il pellet può essere acquistato nei supermercati, da rivenditori autorizzati e, addirittura, online) e i prezzi possono variare a seconda se si opta per un singolo sacco o per un rifornimento di pellet.
Innanzitutto è bene dire che in commercio sono disponibili sacchi da 10 o da 15 kg di pellet, confezionati in buste di plastica che preservano il prodotto dagli agenti atmosferici come l’umidità.
Il prezzo di un sacco di pellet con classe EN plus A1 oscilla tra i 4 ed i 10 euro a seconda del Paese di provenienza, del tipo di legno utilizzato e della pesatura e può arrivare addirittura a poco più di 15 euro per pellet prodotto con tronchi dal ridotto contenuto di ceneri.
Più economici sono, viceversa, i sacchi di pellet di classe ENplus A2 e B, anch’essi in confezioni da 10 o da 15 kg. Il risparmio varia da qualche centesimo fino anche ad un euro a confezione a seconda se trattasi di scarti provenienti da boschi e piantagioni oppure dalla lavorazione del legno.
Si può risparmiare sull’acquisto del pellet?
I prezzi appena delineati rappresentano una media del costo che si può sostenere acquistando pellet sia online che presso i rivenditori autorizzati.
Maggiore è il prezzo di un singolo sacco di pellet, migliore sarà la qualità del combustibile e, di conseguenza, si potrà ottenere un notevole risparmio sul consumo del prodotto. Però, come spesso accade, il consumatore valuta soprattutto il fattore del risparmio, a maggior ragione se si tratta di qualcosa che potrebbe incidere di molto sulle proprie disponibilità economiche.
Anche per quanto riguarda l’acquisto del pellet è possibile risparmiare senza necessariamente rinunciare alla qualità del combustibile: basta valutare i prezzi forniti dalle aziende produttrici o distributrici e prediligere l’acquisto per rifornimento piuttosto che comprare singoli sacchi ogni volta che ce ne sia la necessità.
Facendo una comparazione tra i vari prezzi disponibili su internet abbiamo che le aziende fornitrici propongono scorte da 70 o da 100 sacchi di pellet della classe A1 a prezzi che non raggiungono le 500 euro (si passa dalle 390 euro fino a 470 – 480 euro per bancale).
Posto che la maggior parte delle confezioni sono da 15 kg di pellet, volendo fare due calcoli si ha che il prezzo di un singolo sacco si aggira attorno ai 4,70 euro, ovverosia poco più di 30 centesimi di costo per ogni chilogrammo di pellet.
Il singolo sacco da 15 kg acquistato presso alcuni rivenditori potrebbe superare anche le 10 euro qualora la materia prima utilizzata fosse una specifica essenza di legno (come il tronco di abete o di faggio).
Quali sono i principali modi per acquistare il pellet?
Oltre all’acquisto tradizionale esiste un ulteriore canale per il rifornimento di pellet, messo a disposizione da aziende specializzate che distribuiscono il combustibile in ogni parte del nostro Paese.
È il cosiddetto “pellet sfuso“, cioè il prodotto che, anziché essere confezionato in sacchi da 10 o da 15 kg (e acquistabile in bancali), è distribuito mediante autobotte, cioè dentro delle cisterne.
Le autobotti devono essere certificate per il trasporto di pellet e anch’esse devono recare la dicitura EN plus: ciò significa che il prodotto contenuto nelle cisterne deve essere preservato dal contatto con l’umidità e da ogni agente atmosferico che potrebbe comprometterne la qualità.
L’acquisto del pellet sfuso in autobotte è molto più conveniente del bancale o del sacco, in quanto si azzerano i costi di confezionamento del prodotto.
In media il prezzo di pellet sfuso si aggira attorno ai 280 euro per 3 tonnellate di combustibile della classe EN plus A1, che scende a 250 euro per il pellet della classe A2. I prezzi sono comprensivi del trasporto e della consegna.
A questo punto la domanda sorge spontanea: il pellet sfuso conviene rispetto ai bancali? La risposta dipende dalle esigenze del cliente finale che potrebbe ritenere utile preferire l’autobotte all’acquisto del singolo sacco.
C’è da dire però che il prezzo conveniente obbliga il cliente ad acquistare obbligatoriamente quantità elevate di pellet (un autobotte trasporta dalle 3 alle 5 tonnellate di combustibile). Se si dispongono ambienti atti a conservare il prodotto lontano dall’umidità il pellet sfuso è più che un affare.
Acquisto di pellet: alcuni consigli utili
Il pellet certificato EN plus è sinonimo di qualità e di ecosostenibilità, ossia di due elementi imprescindibili se non si vuole rinunciare al comfort proteggendo contemporaneamente l’ambiente.
La concorrenza in tale settore è elevata e oltre a prestare attenzione al marchio certificato è sempre consigliabile rivolgersi ad un
professionista qualificato che possa fornire consigli utili sull’acquisto del pellet.
Se da un lato la scorta di pellet sfuso conviene per il notevole risparmio che se ne trae, dall’altro bisogna valutare il fattore della conservazione. Il pellet non adeguatamente sigillato potrebbe assorbire umidità e diventare inservibile per l’uso che se ne deve fare.
Per questo tra i tanti consigli da tenere in mente uno diventa imprescindibile: conservare il prodotto in un luogo asciutto prolunga la qualità del combustibile garantendo la massima efficienza degli impianti di riscaldamento.